Ci sono due mattoni su cui è costruito il piano Salva casa, due intuizioni molto felici che segnano un deciso cambio di rotta sul settore immobiliare e sui conti pubblici. In attesa di capire a quanto ammonteranno le sanzioni che i contribuenti dovranno pagare per sanare le piccole irregolarità che oggi condannano questi immobili a essere «invendibili», è chiaro che il beneficio sui conti pubblici di questa misura è indiscutibile. E questa è la prima, vera differenza con il Superbonus e i bonus edilizi che, sulla promessa di una ricaduta positiva per il Paese, hanno dissanguato le casse di Stato creando un buco nero ancora incalcolabile, per colpa di una serie di norme scritte male e riscritte peggio sulla cessione dei crediti fiscali che hanno fatto la fortuna delle mafie e della borghesia mafiosa fatta di professionisti al soldo delle cosche, alla faccia della lotta alla mafia che grillini e Pd dicono di voler fare. Il gettito che deriverà dal piano Salva casa è tutto da calcolare, ovviamente, ma sarà tutto a carico dei privati. Un tesoretto che anziché intaccare i conti pubblici li arricchirà. Ma non basta. Perché, come insegnano gli economisti, un euro speso in edilizia ne genera cinque di ricchezza, e dunque anche sotto il profilo del Prodotto interno lordo dei prossimi anni, c’è da immaginarsi che le mini ristrutturazioni potranno spingere in alto la crescita del Paese, vista l’altissima percentuale di famiglie proprietarie di prima casa (siamo oltre l’80%, un unicum in Europa o quasi). Senza contare che la sburocratizzazione delle pratiche genera sarà una manna per i Comuni e per il settore urbanistico, con impiegati e funzionari che potranno dedicarsi con maggiore impegno alla ricostruzione delle città e a ricucire il rapporto con le periferie, per evitare le storture che abbiamo visto a Milano.
Ma c’è di più: investire nel mattone degli italiani significa scommettere sul futuro del settore immobiliare e conferire ricchezza al nostro patrimonio, conteso da soggetti coperti da scatole cinesi e fondi di investimento spregiudicati, già oggi pronti a papparsi le case degli italiani, finite all’asta per colpa della tenaglia inflazione-costo del denaro e appetite da manine straniere. E manone nostrane.
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