Ha appena compiuto un anno d’età, eppure risulta già una debitrice nei confronti dello Stato, pur risalendo il caso di presunta evasione fiscale addirittura al 2018: l’assurda vicenda arriva da Cavallino, comune della provincia di Lecce, dove alla bimba in questione è contestato il non versamento della tassa sui rifiuti (Tari) per l’anno 2018, quando la piccola creatura non era neppure venuta al mondo.
A segnalare l’episodio al Nuovo Quotidiano di Puglia è proprio la madre della bambina, la quale racconta di aver ricevuto una raccomandata intestata alla figlia qualche giorno fa, convinta che si potesse trattare semplicemente della lettera della Asl per il vaccino. Niente di più lontano dalla realtà: i primi sospetti che qualcosa non quadrava arrivano dalle parole di chi recapita il documento alla donna. “La postina mi ha detto che doveva firmare mia figlia, che ha solo un anno”, spiega la signora, decisamente esterrefatta per l’assurda richiesta.
Alla fine è lei ad apporre la firma e a ritirare la raccomandata, ma le sorprese non sono ancora finite, anzi. All’interno della busta la mamma della bimba trova un’ingiunzione di pagamento: si tratta di un debito da 658 euro maturato nel 2018 per mancata corresponsione della Tassa sui rifiuti. Il problema è che nel 2018 la piccola non era ancora nata, anzi si trattava di ben 4 anni prima della sua nascita. Ad essere ancora più assurdo è il fatto che nelle cartelle esattoriali e in tutta la documentazione allegata, intestate proprio alla bambina, era indicata chiaramente anche la sua data di nascita, rendendo ancora più grottesca la richiesta di pagamento.
Convinta che si potesse trattare di un semplice disguido o comunque di un problema di facile e rapida soluzione, la signora contatta l’ufficio comunale: il dipendente, tuttavia, rivela di non avere l’autorità per intervenire sulla questione, e fornisce alla mamma della bimba un numero verde da chiamare, al quale, tuttavia, non risponde mai nessuno. Senza perdersi d’animo, la donna contatta l’Agenzia delle entrate, dove con grande stupore scopre che in effetti la figlia è iscritta nel registro dei non pagatori.
Nonostante il fatto che l’errore sia piuttosto evidente e che nelle stesse cartelle sia riportato l’anno di nascita della bimba (2022) e
quello a cui risalirebbe il suo debito da quasi 700 euro (2018), non è stato ancora possibile chiudere la vicenda senza strascichi. La speranza è che tutto si risolva al meglio e in modo agevole con l’arrivo del nuovo anno.
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