Lo stato legittimo dell’immobile, di cui si sta discutendo nell’ambito del decreto Salva Casa, può essere comprovato o messo in discussione utilizzando le immagini di Google Earth. A sostenerlo è stato il Consiglio di Stato con la sentenza 4973/2024. Si tratta di un tema di cui si è occupata più volte anche la Cassazione. Vediamo quanto precisato in questa ultima occasione.
Il caso esaminato dal Consiglio di Stato ha riguardato l’utilizzo di Google Earth da parte di un Comune che ha portato alla contestazione di un abuso edilizio, ordinandone la demolizione. Come spiegato da Edil Portale, che ha esaminato il caso, secondo il responsabile dell’abuso, il metodo di rilevazione dell’abuso stesso utilizzato dal Comune non si doveva ritenere attendibile. Ma i giudici del Tar hanno riconosciuto ai rilievi estratti da Google Earth un “valore indiziario pregnante”, portando così il responsabile dell’abuso a ricorrere davanti al Consiglio di Stato.
I giudici del Consiglio di Stato hanno spiegato che “la rilevanza a fini probatori dei rilievi estratti da Google Earth è stata riconosciuta sia dalla magistratura amministrativa sia da quella penale”. Di fatti, i rilievi di Google Earth sono considerati “prove documentali che rappresentano fatti, persone e cose”.
Nel caso in esame, i rilievi di Google Earth sono stati confermati dalle visure catastali, che dimostrano che l’immobile negli anni ha subito una variazione di superficie e di classamento a causa dei continui interventi edilizi non autorizzati.
Il ricorso è stato respinto dal Consiglio di Stato perché il responsabile dell’abuso si è limitato a contestare l’attendibilità delle rilevazioni fotografiche, senza fornire prove ulteriori a suo favore, quando invece l’onere di provare l’epoca di realizzazione di un abuso edilizio grava sull’interessato.
Lo stato legittimo dell’immobile nel decreto Salva Casa
Si ricorda, in conclusione, che nel decreto Salva Casa è prevista la possibilità di comprovare la verifica dello stato legittimo di un immobile non solo dal titolo che ha legittimato l’ultimo intervento edilizio, ma anche da tutti i titoli rilasciati in sanatoria, a condizione che siano state pagate le relative sanzioni e le dichiarazioni del tecnico sulle tolleranze costruttive siano accettate come prova.
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