Una spada di Damocle sulla testa di un uomo di ottant’anni fa molta più paura, soprattutto perché si tratta di uno sfratto imminente da una casa di proprietà che avverrà nel prossimo mese di maggio.
Una realtà dura da accettare per chiunque, ancora di più per un anziano che non ha ovviamente di fronte progetti a lungo termine o possibilità di lavorare: l’uomo, senese ex dipendente del Monte dei Paschi, non ha prospettive allettanti e al dramma che sta vivendo l’anziano signore si aggiunge quella che sembra essere una beffa: la sua abitazione è stata venduta all’asta, ma dopo che Monte dei Paschi – banca verso cui ha un debito – “(…) ha rifiutato, fornendo vaghe motivazioni, una vantaggiosissima proposta di “saldo e stralcio”.
A raccontare la vicenda è sua figlia, in una lettera inviata alla redazione che è carica di rabbia e disperazione. Nello scorso novembre, ci ha spiegato, la sua famiglia ha visto andare all’asta due case di proprietà, quella del padre appunto, e quella dei nonni defunti. “Per mantenere almeno uno degli immobili si era cercato di imboccare la strada del “saldo e stralcio” , la pratica che permette di estinguere il debito tramite un’offerta fatta dal debitore al creditore. Tanta la fatica per trovare un acquirente ma alla fine si era arrivati ad una soluzione decisamente positiva: c’era chi aveva proposto di coprire l’80% del debito che era stato accumulato nei confronti dell’istituto di Rocca Salimbeni.
La percentuale era molto alta visto che la media per una pratica di ‘saldo e stralcio’ si aggira intorno al 50% di percentuale di copertura del debito”, viene spiegato. “I potenziali acquirenti avrebbero pagato quasi tutto con liquidità e con un piccolo mutuo già confermato: così avremmo venduto la casa di residenza di mio padre e mantenuto la proprietà della struttura dei nonni, dove lui avrebbe potuto continuare a vivere”.
Alla famiglia sembrava di avere veramente trovato un modo per prevenire problemi futuri: “Conti alla mano, vendere all’asta i due immobili avrebbe fruttato moltissimi soldi in meno alla banca. Mio babbo dunque avrebbe avuto un luogo dove vivere, la banca avrebbe incassato di più e il debito sarebbe stato estinto come da prassi “saldo e stralcio”, prosegue la donna.
Ma la situazione invece di migliorare incredibilmente si è complicata: Monte dei Paschi, dicevamo, ha detto no alla proposta, fornendo “una motivazione abbastanza vaga – dice la figlia-: ‘non ci sono i tempi’ , ‘sarebbe una interferenza d’asta’. Ricordo che il creditore può decidere fino al giorno prima di sospendere l’asta, e, al momento della nostra proposta, non c’erano offerte, né per l’una né per l’altra casa”.
Questo però non sarebbe stato l’unico boccone amaro da inghiottire: l’immobile del padre è stato acquistato dagli stessi proponenti del ‘saldo e stralcio’, che l’hanno comprato pagando 130mila euro in meno rispetto alla cifra iniziale. L’altra casa? Venduta ad un prezzo irrisorio.
In poco tempo ecco che sono sono arrivati gli avvisi di sgombero: un mese e mezzo per l’abitazione dei nonni, novanta giorni per la casa di proprietà dell’ottantenne.
“Non capiamo perché ci sia tutto questo accanimento nei nostri confronti – è il grido di dolore della figlia -. Perché la banca, invece che supportare due ex dipendenti ha deciso di affondarli così, andando oltretutto a ricavarci meno di quanto offerto? Perché non ci danno tempo di cercare un alloggio per mio padre, come sarebbe invece più ragionevole vista la situazione?”.
Impossibile anche poter fare richiesta di un alloggio popolare: l’anziano risulta ancora proprietario di entrambi gli alloggi per cui non può fare domanda. “A Siena poi è impossibile trovare una casa per una persona che non sia uno studente o un lavoratore – sottolinea la donna-: sono mesi che cerchiamo qualcosa, e ci mettono alle strette senza mostrare un minimo di comprensione umana “.
“Il comportamento che ci è stato riservato è stato ignobile, senza pietà alcuna e soprattutto immotivato: senza il saldo e stralcio non solo abbiamo perso tutto, ma il debito non si è estinto, nonostante il valore degli immobili superasse il debito totale (causa decurtazione spese amministrative giudiziarie). Come se la caverà mio padre – si chiede la figlia -? Perché la richiesta è stata rifiutata sebbene fortemente vantaggiosa? Perché il giudice sta mandando via di casa mio padre a sei mesi dall’asta? Non sappiamo davvero dove “sbattere la testa”, e ci sembra così ingiusto non poter urlare col megafono quello che ci stanno facendo”.
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