Sempre più famiglie chiedono di poter accedere alla legge salva suicidi perché soffocati dal peso dei debiti, in particolare dall’aumento della rata del mutuo a tasso variabile che in alcuni casi arriva a sfiorare anche il 50%. A lanciare l’allarme Letterio Stracuzzi, presidente di Protezione Sociale Italiana, associazione che dal 2017 incontra presso i propri Organismi di Composizione della Crisi famiglie e imprese sovraindebitate che intendono accedere alla Legge 3/2012. Grazie a questa legge il debitore può proporre un piano di ristrutturazione dei debiti pagando quello che effettivamente può pagare, assicurando a sé stesso e alla propria famiglia una sopravvivenza dignitosa.
Storie di chi non riesce più a pagare il mutuo
Tra le tante storie c’è quella di Paola (nome di fantasia), madre separata con 2 figli minori a carico residente nel comune di Cologno Monzese. Lavora come receptionist in una società di giardinaggio, con un contratto a tempo indeterminato e uno stipendio netto di 1600 euro al mese. Dopo il divorzio, l’ex marito non ha più contribuito al pagamento della rata del mutuo sulla prima casa e non ha versato l’assegno di mantenimento. Se fino al 2022 per il mutuo pagava una rata di 480 euro al mese adesso ne deve versare 910. Paola non potrebbe estinguere il valore residuo del mutuo, ad oggi pari a 132.000 euro, nemmeno vendendo la casa visto che il valore attuale dell’immobile è pari a 85.000 euro.
Si trova in una situazione di sovraindebitamento familiare anche Francesco (nome di fantasia), impiegato amministrativo in un’azienda di consulenza di Milano. Francesco è sposato ed ha un figlio di tre anni. Guadagna bene, 2.150 euro al mese, ma la rata del suo mutuo è passata in pochi mesi da 500 a 1.010 euro, erodendo la metà del suo stipendio.
Ricorso alla legge 3/2012 anche per il caro affitti
Queste due storie testimoniano come il problema del sovraindebitamento legato al caro mutui sia aumentato, interessando anche regioni ricche come la Lombardia. A Milano e provincia, dichiara l’associazione, le famiglie in difficoltà sono migliaia. Il problema non riguarda solo i mutui (3,5 milioni le famiglie che ne hanno uno a tasso variabile) ma anche gli affitti, con sempre più nuclei familiari (soprattutto giovani) che si rivolgono agli Organismi di Composizione della Crisi per chiedere aiuto.
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