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Al via le domande dal 5 Luglio 2024 per ottenere un contributo fino a 11.000 € per un nuovo impianto

Due  anni di profonda crisi energetica, dalla quale non possiamo ancora dire di essere usciti definitivamente vista l’instabilità geopolitica internazionale, hanno portato ad un considerevole aumento del costo dell’energia elettrica,  rappresentando un problema per molte famiglie italiane.

Per contrastare il dilagante fenomeno della povertà energetica e promuovere l’utilizzo delle energie rinnovabili, il Governo ha deciso nel 2023 di creare il Fondo Nazionale Reddito Energetico, un’iniziativa che consente di realizzare impianti fotovoltaici alle famiglie a basso reddito con un contributo in conto capitale a fondo perduto che sarà erogato direttamente alle imprese installatrici, senza alcun esborso da parte del cliente finale.

L’approccio del Governo, sulla scia dell’esperienza iniziata in Puglia nel 2020, che per prima ha sperimentato e introdotto il “fotovoltaico di cittadinanza”, è pensato come un investimento a lungo termine contro la povertà energetica, che possa produrre frutti più duraturi e sostanziosi di quelli che si possono ottenere con l’erogazione dei Bonus Bollette, che esauriscono il loro effetto immediatamente e finiscono solo nelle tasche di chi produce energia. In questo caso, invece, i soldi spesi garantiranno risparmi per molti anni e, tra l’altro, i proventi derivanti dalla vendita della corrente non autoconsumata saranno usati per rifinanziare il Fondo stesso, in modo da consentire l’installazione di altri impianti sui tetti delle famiglie bisognose.

 

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Cos’è il Reddito Energetico e come funziona?

Il Reddito Energetico è un’iniziativa del Governo italiano che mira a fornire un impianto fotovoltaico gratuito alle famiglie a basso reddito al fine di contrastare la povertà energetica e promuovere la diffusione dell’energia rinnovabile nel Paese.

Il programma Fondo Nazionale Reddito Energetico è stato istituito ufficialmente dal MASE, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che ha previsto uno stanziamento iniziale di 200 milioni di euro per gli anni 2024 e 2025. Tale fondo è stato ulteriormente incrementato di 50 milioni di euro a giugno 2024, con l’obiettivo di aumentare notevolmente la platea di beneficiari.

Le famiglie interessate possono richiedere un contributo a fondo perduto per l’installazione di un impianto fotovoltaico sulla propria abitazione a partire dal 5 luglio 2024, compilando apposita domanda su un apposito portale che verrà messo a disposizione dei cittadini dal GSE.

I fondi verranno erogati direttamente alla ditta installatrice, in modo che la famiglia richiedente non sia costretta ad anticipare denaro (come avviene invece con altre tipologie di incentivi basati sulle Detrazioni Fiscali).

L’80% delle risorse è destinato ai residenti del Sud Italia, cioè nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il Fondo può crescere anche grazie ai contributi volontari di amministrazioni centrali, regioni, province autonome, altri enti pubblici e organizzazioni non profit, oppure con fondi europei strutturali e di investimento. Inoltre, come abbiamo già accennato in precedenza, il Fondo si autofinanzia dalla vendita della corrente prodotta in eccesso dagli impianti già installati, innescando un circuito virtuoso di autofinanziamento.

 

A quanto ammonta l’incentivo?

Come abbiamo già detto, la misura prevede un contributo in conto capitale (quindi a fondo perduto), che tuttavia sarà proporzionale alla tipologia di impianto che si andrà ad installare.

Nello specifico, verranno erogati:

  • una quota fissa di 2.000 € per impianto
  • una quota variabile di 1.500 € per kWp installato

Considerando quindi che il taglio massimo installabile è di 6 kWp, è facile calcolare che l’importo massimo erogabile sarà di 11.000 €.

 

I requisiti per richiedere il Reddito Energetico

I beneficiari saranno indicativamente gli stessi nuclei familiari che attualmente hanno i requisiti per beneficiare del bonus bollette, ovvero:

  • famiglie con un ISEE non superiore a 15.000 euro
  • famiglie con almeno 4 figli a carico e con ISEE inferiore 30.000

Ogni nucleo familiare può presentare una sola domanda e accedere agli incentivi una sola volta.

 

I requisiti degli Impianti incentivabili

Gli impianti da realizzare sono destinati esclusivamente all’autoconsumo, con una potenza nominale compresa tra un minimo di  2 kWp e un massimo di 6 kWp.

I pannelli solari dovranno essere installati su coperture e superfici di immobili ad uso abitativo, di proprietà o in usufrutto dei richiedenti del Reddito, o su pertinenze degli stessi immobili, inclusi i terreni.

Inoltre, incluse nelle spese autorizzate per ricevere l’incentivo, dovranno obbligatoriamente essere presenti manutenzione e monitoraggio delle performance dell’impianto per dieci anni e deve obbligatoriamente essere inclusa una polizza multi-rischi a copertura di vari possibili incidenti (danneggiamenti meteorologici, incendi, malfunzionamenti, corto-circuito, ecc) sempre per almeno 10 anni.

 

Sarà così facile avere un Impianto Fotovoltaico Gratis?

Questa è probabilmente la domanda che tutti si staranno ponendo dopo aver letto la prima parte dell’articolo, per cui cerchiamo di dare una risposta chiara ed esaustiva.

Una delle cose che non abbiamo spiegato bene in precedenza è che la procedura di richiesta degli incentivi è di tipo “a sportello”, quindi i primi a presentare le domande potranno beneficiare dell’incentivo.

Facendo qualche conto, 200 milioni di euro, divisi per una spesa media di 10.000 euro (abbiamo calcolato prima che l’importo massimo erogabile sarà 11.000 euro, quello minimo 5.000 euro), capiamo subito che il Fondo Reddito Energetico potrà finanziare, in questa fase iniziale, solo circa 20.000 impianti (o poco più), da ripartire su tutto il territorio nazionale.

Parliamo quindi di un numero realmente basso di famiglie che potranno ottenere un impianto a costo zero (o quasi, perché l’obbligo di aggiungere coperture aggiuntive per almeno 10 anni faranno lievitare notevolmente i preventivi e difficilmente il contributo erogato sarà sufficiente a coprire tutte le spese di acquisto e installazione).

 

Cosa conviene fare?

Non possiamo certamente prevedere il futuro e sapere se questo fondo funzionerà correttamente e riceverà nuovi stanziamenti. Di sicuro possiamo suggerire di iniziare a muoversi, richiedendo dei preventivi da più aziende.

Una volta individuato il preventivo più conveniente, si potranno effettuare dei ragionamenti concreti di convenienza, per capire se sia meglio il contributo in conto capitale su una piccola parte della spesa o se è meglio orientarsi sui bonus tradizionali, che consentono di recuperare fino al 50% della spesa sostenuta, ricordando che anche gli incentivi al 50% stanno per finire e occorre affrettarsi.

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